Il Contributo delle Religioni per Superare la Povertà e l’Ingiustizia

Mercoledì 23 febbraio 2022 alle ore 19,30 si è tenuto l’incontro interreligioso del gruppo ‘Spirito di Assisi’ che fa parte del Centro studi francescani per il dialogo interreligioso e le culture. Tema dell’incontro: ‘Il contributo delle religioni per superare la povertà e l’ingiustizia’.

Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;
Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità, e che l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell’uomo;
…”

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”

(Art.1 della Dichiarazione universale dei diritti umani)

I diritti espressi laicamente dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) sono universali, inclusivi e ispirati da una comprensione dell’interdipendenza fra tutti gli esseri. Sono valori che accomunano donne e uomini di tutte le religioni, tutte le culture, tutte le etnie.

L’educazione ha permesso lo sviluppo in molte regioni del mondo, ma ancora oggi ovunque esistono profondi divari fra i ricchi e i poveri. E i poveri continuano ad essere emarginati.

Siamo tutti interconnessi per cui le sofferenze provocate dalla povertà e dall’ingiustizia hanno influenze su tutti, non solo su chi è vittima di circostanze avverse. Il divario fra ricchi e poveri conduce a frizioni sociali e conflitti e a sofferenza per tutti. È inimmaginabile pensare di poter vivere in pace e felicemente quando intorno a noi c’è gente che soffre e, considerando la velocità degli attuali mezzi di trasporto e di comunicazione, qualsiasi criticità in qualsiasi parte del mondo porta delle conseguenze nel nostro quotidiano.

È, dunque, importante prendersi cura degli altri, se non per bontà, per un sano egoismo, per il nostro benessere e per la nostra tranquillità.

Se comprendiamo profondamente che siamo tutti interconnessi, comprendiamo anche che la compassione è una necessità nel perseguire il benessere nostro e di tutti. E non è sufficiente provare sentimenti di vicinanza, è importante impegnarsi con gioia e agire con la responsabilità universale sostenuta dalla nostra compassione con una visione dell’unicità degli esseri umani. Sua Santità il Dalai Lama definisce la compassione come responsabilità universale.

Quando la vostra mente è in pace, è più semplice affrontare i problemi. I cambiamenti non avvengono perché preghiamo, ma solo se usiamo la nostra intelligenza e ci mettiamo all’opera”

(Sua Santità il Dalai Lama – New Delhi, 19 novembre 2017 – Conferenza della Smile Foundation su “Compassione e responsabilità universale”)

Come espresso da Sua Santità, con la mente pacificata riusciamo a trovare l’apertura, la lucidità e il buon cuore per agire con energia per il bene degli altri.

Bisogna operare una trasformazione verso modi di convivenza e sistemi economici più compassionevoli, che garantiscano dignità e giustizia per tutti, proprio come affermato nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Tutti dobbiamo sentirci responsabili e assicurare il nostro impegno concreto nel prenderci cura dell’intera famiglia umana e garantire la giustizia sociale per tutti.
Sono necessarie politiche solidali inclusive tese alla distribuzione delle risorse più equanime; bisogna sostituire l’approccio teso principalmente allo sfruttamento di alcune parti del mondo con un approccio teso al soddisfacimento dei bisogni di tutti. L’economia del profitto, che segue una concezione crematistica, dovrebbe essere sostituita dall’economia del dono. In sintesi, occorrerebbe un approccio più umano e compassionevole.

Il dono fa abbandonare la povertà.
(…)

Chiunque non sia capace di donare soffrirà sempre di uno stato di povertà e otterrà una rinascita come spirito avido. Anche se rinascesse uomo, egli vivrà una vita miserabile, nel bisogno e nella mancanza. Al contrario, colui che è capace di donare sarà ricco e felice in tutte le sue esistenze.”

(Tratto da “ Il Gioiello magico del Dharma supremo” del signore Gampopa)

Nell’ambito del veicolo Mahayana, la prima delle sei virtù trascendenti è il dono. Nel descrivere i benefici di tale virtù, Gampopa spiega come lo stato di povertà deriva dall’attaccamento ai fenomeni mondani (ricchezza, notorietà, fama, potere, successo, …); l’altruismo, invece, caratterizza la ricchezza autentica. Possiamo constatare come persone non abbienti spesso abbiano un buon cuore per cui intimamente si sentono molto più ricche di tanti che, pur possedendo tante ricchezze, condizionati da bramosia, in realtà soffrono sempre della mancanza di qualcosa.

Bontà Innata

Tutti gli esseri umani hanno una bontà innata e naturale per potersi prendere cura degli altri; ma si sono allontanati da questa natura fondamentale. Il non riscoprire questa bontà naturale e spontanea genera i tanti problemi gravi nel mondo.
In molti casi, possiamo osservare come, in situazioni di gravi problemi, ci sia la sollecitudine di qualcuno anche estraneo. In questi casi emerge la nostra natura umana a prenderci cura degli altri.
È, dunque, importante nell’ambito religioso e dell’educazione, impegnarsi nello sviluppo di qualità interiori, nel migliorare le relazioni, indipendentemente dalle differenze culturali, etniche, spirituali, condizione economiche, ecc..

È giusto che chi ha maggiori disponibilità materiali si faccia carico dei fabbisogni materiali e immateriali (istruzione, protezione, ecc.) di chi è più debole, ma è altrettanto importante che chi è più povero si sforzi per accrescere la propria autostima.

Fra i sette miliardi di persone sul pianeta Terra, ci sono differenze culturali, religiose, politiche, ma tutti sono fisicamente, mentalmente ed emotivamente uguali; ma come esseri umani siamo tutti uguali nella natura più profonda.

È importante che, con il supporto della loro tradizione spirituale, tutti maturino fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità. Tutti gli esseri umani hanno pari potenzialità nella possibilità di sviluppo interiore.

La povertà materiale non deve impedire di coltivare pensieri nobili. Infatti essi sono assai più importanti della ricchezza. E’ per questo che anche se si è poveri non c’è ragione di scoraggiarsi o di ripiegare su se stessi.
(Sua Santità il Dalai Lama)

Non potremmo mai essere tutti uguali in tutto, perché abbiamo DNA diverso, ma siamo tutti accomunati dallo stesso modo di sentire la realtà, dalla stessa aspirazione alla pace e all’armonia, dallo stesso seme di bontà amorevole e compassionevole.

I fiori e la spazzatura

Di recente, il 22 gennaio 2022, all’età di 95 anni, è morto Thich Nhat Hanh, poeta e attivista vietnamita per la pace, fra i più apprezzati monaci buddhisti della tradizione Zen. Vorrei ricordarlo citando le parole che scrisse nel libro “La pace è ogni passo”

«Com’è fresco il soffio del vento!

La pace è ogni passo.

E fa gioioso il sentiero senza fine.»

(Thich Nhat Hanh, La pace è ogni passo – La via della presenza mentale nella vita quotidiana)

Il grande maestro zen usava spesso il neologismo “inter-essere” per indicare l’intreccio stretto di interazioni fra tutti gli esseri e fra gli esseri e l’ambiente. “Essere è inter-essere. Non possiamo essere da soli, per conto nostro. Dobbiamo inter-essere con tutto il resto”.

Nel capitolo “I fiori e la spazzatura” dello stesso libro, ci dice:

Corrotto o immacolato. Sporco o puro. Sono concetti creati dalla mente. (…) Se osserviamo più in profondità vedremo che in soli cinque o sei giorni la rosa diventerà spazzatura. E se guardiamo nel secchio della spazzatura vedremo che nel giro di pochi mesi il suo contenuto diventerà tanta bella verdura o magari una rosa. Un bravo giardiniere vede nella rosa la spazzatura e nella spazzatura la rosa. Rosa e spazzatura inter-sono. Senza la rosa non c’è spazzatura. Senza spazzatura non c’è la rosa.

Ricchezza e povertà, la società del benessere e la società del sottosviluppo inter-sono. La ricchezza dell’uno è fatta della povertà dell’altra. Questo è così com’è perché quello e così com’è. La ricchezza è fatta di non ricchezza. La povertà è fatta di non povertà. (…) Perciò stiamo attenti a non farci imprigionare dai concetti. La verità è che ogni cosa contiene tutto il resto (…) Siamo responsabili di tutto ciò che accade intorno a noi.”,

Thich Nhat Hanh ci invita quindi a riflettere sul fatto che solo vedendo con gli occhi dell’interessere le persone povere possono essere liberate dalle loro sofferenze. Si comprenderà allora che i poveri portano il peso del mondo intero. Guardando in profondità in noi stessi, li vediamo e condivideremo il loro dolore e il dolore del mondo intero. Allora possiamo cominciare a essere di vero aiuto.

La parola “comprendere” è composta dalle radici latine cum, che significa “con”, e prehendere, che significa “prendere o raccogliere”. Comprendere qualcosa significa prenderla con sé e diventare tutt’uno, altrimenti non può esserci comprensione.Nel buddhismo è definita non dualità.

Quando siamo a cena, possiamo alimentare la nostra consapevolezza del dolore dovuto alla fame nel mondo e alla malnutrizione. Vivendo in Paesi occidentali, siamo abituati a mangiare cereali e altri cibi importati dal Terzo Mondo, come il caffè dalla Colombia, il cioccolato dal Ghana o il riso dalla Thailandia. Dobbiamo essere consapevoli che i bambini di questi Paesi, ad eccezione di quelli provenienti da famiglie ricche, non possono mangiare mai prodotti così buoni. Mangiano cibi scadenti, mentre i prodotti più pregiati vengono esportati per ricevere valuta estera in cambio.

Concludo con le parole del grande maestro vietnamita che sintetizzano con saggezza le riflessioni che ho proposto:

“La verità è nella vita, non nella conoscenza teorica.
Non c’è niente da inseguire. Basta tornare a noi stessi, godere del respiro, del sorriso, di ciò che siamo e delle cose belle che ci circondano.”

Registrazione video dell’incontro:

Spirito di Assisi

Pubblicato da Centro Studi Francescani su Mercoledì 23 febbraio 2022