Il Sogno di un Mondo Senza Frontiere

MADDALONI (CE) – 23/09/2021 – Giovedì alle ore 19,30 sono ripresi “IN PRESENZA” gli incontri nello “SPIRITO DI ASSISI”, programmati dal Centro Studi Francescani per il Dialogo Interreligioso e le Culture. Il tema del primo incontro è stato ”IL SOGNO DI UN MONDO SENZA FRONTIERE”.

Il termine ‘frontiera’ è associato a esperienze umane di guerre, di violenza, di paura di chi vive in condizione di pericolo grave e scappa, e di chi non vuole perdere privilegi di agio e di ricchezza. Lungo le frontiere si consumano lacrime, respingimenti, annegamenti, morti, divisioni dai propri cari, dalle proprie origini.

Le frontiere segnano l’allontanamento dalla nostra natura, fondamentalmente buona, con qualità di apertura e di compassione.

Nell’immagine evocata spesso da Sua Santità il Dalai Lama, quando si osserva la terra dallo spazio, non si può scorgere nessuna frontiera: si vede solo un piccolo pianeta blu.

Tutti gli esseri viventi sono accomunati dallo stesso fondo esperienziale e, a livello ordinario, dallo stesso desiderio di non soffrire e di essere felici. Paradossalmente, spesso pensiamo ed agiamo in modi non virtuosi che causano invece tanta sofferenza, a causa della nostra confusione mentale. Gli aspetti che ci differenziano possono essere considerati superficiali: il colore della pelle, i tratti somatici, la religione, l’etnia, ecc. sono secondari rispetto alla nostra natura comune.

Problemi molti gravi sono conseguenti alla troppa enfasi sulle nostre piccole comunità, il mio paese, la mia religione, sulla mia etnia, sulla mia classe sociale.

Riflettendo sui gravi problemi dell’umanità, come l’inquinamento atmosferico, le epidemie, le pandemie, i conflitti, è comprensibile da tutti la realtà dell’interdipendenza fra tutti gli individui, fra tutti i popoli e fra tutti gli esseri e l’ambiente. Tali aspetti non possono essere affrontati sul piano nazionale.

L’istituzione di Stati Nazionali ha la sua utilità perché facilita l’organizzazione della convivenza in base alle diverse specificità delle varie popolazioni, come ad esempio: la cultura dei popoli occidentali ha origine dalla filosofia greca e dalle tradizioni ebraico-cristiane, il popolo tibetano cerca di preservare l’autenticità e la vitalità degli insegnamenti del Buddha secondo le tradizioni indo-tibetane, e così via. Ma gli Stati Nazionali non devono essere delle gabbie.

Sua Santità il Dalai Lama nei suoi discorsi prende ad esempio il caso degli Stati europei. Fino a pochi decenni fa hanno vissuto atroci guerre, ma dopo il secondo conflitto mondiale hanno sentito una spinta all’unione, per cui è stato possibile il mantenimento della pace fino ad oggi. Tale senso di unità andrebbe esteso all’intera umanità. La solidarietà fra tutti gli esseri umani e un senso di responsabilità universale urgono per poter risolvere i tanti problemi planetari.

Frontiera è sinonimo di separazione. La separazione è una produzione della mente dell’uomo.

Al cuore degli insegnamenti del Buddha vi è la distinzione fra realtà ultima e realtà convenzionale. Tutti i fenomeni, come gli Stati Nazionali, non hanno un‘esistenza intrinseca, ma sono il frutto di processi cognitivi: questo è ciò che si intende per vacuità.

L’ignoranza è il non realizzare la realtà così com’è, ma considerare i fenomeni convenzionali come realtà assolute, come intrinsecamente esistenti. Da questa ignoranza deriva la nostra propensione fondamentale, ovvero la separazione del sé, dell’ego dall’altro e dal mondo circostante, in cui vi è un soggetto che afferra un oggetto (l’altro diverso da me, un’altra nazione, ecc.), vi è una presa fissazione sull’oggetto. Ed è in questa relazione dualista di presa fissazione che si sviluppano tutte le passioni conflittuali e disturbanti, come l’odio, la rabbia, l’attaccamento, la bramosia, l’indifferenza. L’origine della disarmonia è nella reificazione di strutture concettuali.

Nel contesto di una filosofia operativa, lo scopo della pratica è di abbandonare la presa fissazione alla nostra identità (ad esempio di italiano, di napoletano, di buddhista, di coniugato, ecc) e alle costruzioni mentali (ad esempio, le frontiere, le divisioni in Stati) in un processo di trasformazione, di destrutturazione; lo scopo è la trasparenza dell’ego, è mettere tra parentesi l’io.

Nāgārjuna (150 dopo Cristo, Andhra Pradesh, India-250 dopo Cristo, India), monaco buddhista indiano, filosofo e fondatore della scuola dei Mādhyamika e patriarca delle scuole Mahāyāna, affermò: «Io sono», «io ho», questo è contrario alla realtà ultima.

La realizzazione della natura onnipervasiva, che abbraccia e penetra ogni cosa, la vacuità, corrisponde all’apertura della mente, alla lucidità, ovvero la qualità dinamica di intelligenza o di chiarezza nella esperienza, e porta alla compassione autentica, spontanea, universale, oltre ogni dualismo, verso tutti i viventi, sia verso chi ci è vicino che verso chi ci è lontano.

Con la realizzazione della vacuità si ha una pienezza del vuoto, come afferma Kalu Rinpoce:

Viviamo nell’illusione e nell’apparenza delle cose. C’è una realtà. Siamo quella realtà. Quando capisci questo, vedi che non sei niente, ed essendo niente, sei tutto. Questo è tutto.”

Kalu Rinpoce – dal libro “Breath by Breath: The Liberating Practice of Insight Meditation”

Ci si apre dunque ad una pienezza dell’esperienza, realizzando il vuoto di esistenza intrinseca.

La saggezza che realizza la vacuità e la grande compassione sono due aspetti della mente risvegliata.

È giusto sognare un mondo senza frontiere; ma le frontiere sono il frutto di un’illusione simile ad un sogno, per cui bisogna risvegliarsi al fine di non rimanere ingabbiati nei limiti della frontiere.

Registrazione video dell’incontro:

Pubblicato da Centro Studi Francescani su Giovedì 23 settembre 2021