Trapiantato un Cuore di Maiale in un Paziente

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Trapiantato un cuore di maiale geneticamente modificato in un paziente: è la prima volta al mondo

(Il Fatto Quotidiano Online dell’11 gennaio 2022)

Riflessioni e domande aperte

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/01/11/trapiantato-un-cuore-di-maiale-geneticamente-modificato-in-un-paziente-e-la-prima-volta-al-mondo/6452338/


Lodrö Lekden Tsering: È un argomento molto profondo quello del maiale. È alla base di riflessioni importantissime per me e che hanno a che fare con ecologia, etica, ecc.

In poche righe, veganesimo, vegetarianesimo , sostegno animalista, ecc. ecc. hanno ragione di esistere?

La violenza va vietata ma non è né possibile renderla zero né è possibile farla tendere a zero, in quanto nel processo di interdipendenza il tentativo di rendere zero la violenza su una o più specie animali o vegetali, inevitabilmente porta ad un aumento di violenza su altre specie di animali (incluso l’uomo) e vegetali. Cosa fare dunque?

Semplicemente ridurre, ciascuno nei propri limiti la violenza perpetrata, ma consapevoli che la violenza è connaturata alla nostra stessa volontà di esistere. Più in particolare in ambito dharmico si potrebbe dire: l’uomo è una rinascita più rara ed è capace di raggiungere il risveglio o orientarsi verso il risveglio o semplicemente scontare il karma delle precedenti rinascite e, pertanto, ha priorità di vita sugli animali che invece devono semplicemente vivere e magari soffrire per scontare il proprio karma e, dunque, è giusto utilizzare un maiale magari vivo e vegeto per salvare la propria vita. D’altro canto però cosa ne rimane della compassione che vuole mettere gli altri esseri davanti a noi?… ma del resto: cosa accadrebbe se fossimo tanto compassionevoli da prediligere la vita del maiale indifeso a quella di un nostro figlio malato, cosa ne sarebbe della compassione verso nostro figlio?

Per fortuna ancora una volta la scienza ci viene in soccorso e in futuro esisteranno banche di organi costruiti su matrici biologiche dove nessun animale sarà ucciso… ma fino ad allora dobbiamo uccidere e con gioia per la nostra salvaguardia e rispetto per la vita presa. …poi si discuterà sulla violenza operata sulle cellule che sono sempre manifestazione del qi e, quindi, della vita…esattamente come un sasso 🙂 .

Lodrö Lekden Tsering: Tu che pensi?

Lodrö Rigdzin Dradül: Posso risponderti fra poco?

Lodrö Lekden Tsering: Me può pur mannà a fancul!

Lodrö Rigdzin Dradül: Mi interessa molto confrontarmi

Lodrö Lekden Tsering: si ma abbast ca me rai raggion!!! 🙂

Lodrö Rigdzin Dradül: In questo caso parliamo di istinto di sopravvivenza, della paura di morire o della tendenza dell’uomo a superare sempre i propri limiti?

Nel ricercatore scientifico c’è chiaramente una spinta ad andare oltre i limiti, con l’intento ovviamente di salvare vite umane o almeno di prolungare l’esistenza. La motivazione è buona se si presuppone l’importanza dell’uomo rispetto alle altre specie animali.

Nell’ammalato che si sottopone a un trapianto di cuore di maiale, chiaramente stiamo parlando di paura di morire o istinto di sopravvivenza. Non è violenza, se si presuppone la maggiore importanza dell’uomo rispetto all’animale. Se la vita dell’uomo non è più importante di quella di un animale, si potrebbe accettare eticamente di poter acquistare un organo da un altro essere umano, sarebbe la stessa cosa.

Questa è un’interpretazione che si basa sull’assunto che il rispetto della vita sia un valore assoluto.

Gli animali uccidono per sfamarsi e sopravvivere con tutte le loro forze.Similmente, l’uomo ha tante potenzialità per cui può anche uccidere altri (animali o umani) al fine di salvare la propria pelle. Le due cose (animali che uccidono per sfamarsi e umani che uccidono per sopravvivere) potrebbero essere assimilabili.

Lodrö Lekden Tsering: Non fa una piega

Lodrö Lekden Tsering: l’unica cosa che personalmente non riesco bene a comprendere è: fin dove è giusto estendere la non violenza?… fin dove possibile?… non mi sembra la risposta più corretta né la più etica.

Lodrö Rigdzin Dradül: Nel caso dell’animale che uccide, riteniamo che non sia violenza perché si presuppone che il suo istinto è codificato dalla nascita e non ha la possibilità di fare scelte diverse in ordine alla sua alimentazione, sicuramente, anche per motivi organici, credo.

Quindi, per gli animali non si pone il problema etico.

Lodrö Lekden Tsering: Certo

Lodrö Lekden Tsering: Per l’uomo, stando almeno alle conoscenze attuali scientifiche, non c’è modo di usare una dieta totalmente vegana come quella vegana se non usando supporti esterni di vitamine del gruppo B e diversi altri elementi carenti nella sola dieta vegetariana (servono proteine animali da uova e/o da formaggi). La dieta vegetariana invece se fatta bene è ben equilibrata.

Lodrö Rigdzin Dradül: sì, ma perchè l’uomo – contrariamente all’animale – si pone il problema etico di non uccidere?

Lodrö Lekden Tsering: Perché ha un grado di libertà maggiore. Può non solo scegliere quanto e come farlo, ma può scegliere addirittura di ristabilire la priorità di esistenza fra lui e l’altro vivente.

Lodrö Rigdzin Dradül: Possiamo dire che c’è un’etica (o una morale) costruita dalla mente dell’uomo con principi, regole, tendenze ecc che probabilmente, sperabilmente tendano ad un’armonia naturale. Dovrebbero essere validi perché ispirati da esseri realizzati e perché ragionevoli.

La non violenza è ragionevole da praticare anche considerando la forza che ha l’uomo in termini di capacità intellettuali, tecniche ecc. che, se usata in modo conflittuale, potrebbe portare all’auto distruzione del genere umano e forse di tutto il sistema vivente sulla terra.

Lodrö Lekden Tsering: Certo.

Anche se la mia intuizione attuale è che essendo l’uomo intrinsecamente inseparabile dal tutto, persino le sue decisioni egoiche di distruggere tutto potrebbero essere in ultima analisi la volontà del tutto che continuamente si rinnova…ma rimanendo più su un piano contingente alla vita di ciascuno, possiamo dire che ogni vivente tende alla armonia (anche se applica metodi talvolta maldestri per riuscirci… es. guerre, violenza ecc.) pur sapendo che non potrà goderne in eterno… e forse questo accade paradossalmente proprio perché dentro di noi qualcosa ci dice sempre che siamo immortali anche se moriamo. Siamo la vita che si vive in sé, direbbe Denys Rinpoce.