Giornata Mondiale del Malato

Come esseri umani sperimentiamo tutte le sofferenze della nascita, dell’invecchiamento, della malattia e della morte. Non possiamo sfuggire a questa realtà. Soffriamo tanto anche nell’assistere alla sofferenza fisica dei nostri cari e per la separazione continua da coloro che amiamo e che ci sono cari.

Siamo coinvolti in una confusione emotiva che porta enorme sofferenza nella relazione con la malattia. L’unica soluzione per liberarci dalla sofferenza è smettere di ingaggiare continuamente conflitti emotivi con le circostanze dolorose, pacificando la mente e aprendo i nostri cuori.

Non è semplice, sicuramente!

Possiamo ispirarci alla vita di grandi esseri realizzati, come ad esempio quella di Milarepa che con fiducia e impegno instancabile accolse tante circostanze difficili, le riportò e le integrò tutte sul sentiero della sua pratica spirituale.

Il Dharma offre tanti metodi per pacificare la mente e affrontare con maggiore serenità  e lucidità le tante difficoltà della vita. Spesso i medici non trovano semplicemente rimedi risolutivi alle tante le malattie. L’agitazione emotiva del malato e delle persone che lo circondano (medici, parenti, amici) rende molto più difficile trovare soluzioni e aggrava l’esperienza. La meditazione aiuta a prepararci per affrontare situazioni critiche senza lasciarci coinvolgere dalla distruttività delle nostre emozioni. L’amore e la compassione devono trovare lo spazio di esprimersi con chiarezza e lucidità.

Nel giorno della Giornata del Malato, Sua Santità Papa Francesco ci ricorda l’importanza della solidarietà fraterna, “che si esprime concretamente nel servizio e può assumere forme molto diverse, tutte orientate a sostegno del prossimo. «Servire significa avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro popolo»”.

“La vicinanza – secondo il Papa – è un balsamo prezioso, che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia.”

“Una società è tanto più umana quanto più sa prendersi cura dei suoi membri fragili e sofferenti, e sa farlo con efficienza animata da amore fraterno. Tendiamo a questa meta e facciamo in modo che nessuno resti da solo, che nessuno si senta escluso e abbandonato.” .

(http://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/sick/documents/papa-francesco_20201220_giornata-malato.html)

Tutte le tradizioni spirituali conducono allo sviluppo di benevolenza universale. Ma è importante tenere presente l’esortazione di Sua Santità il Dalai Lama:

“Desidero ribadire ancora una volta che l’essenza dell’insegnamento del Buddha può essere riassunta in due principi:

1. Se puoi, aiuta gli altri.

2. Se non puoi almeno non fare loro del male.

Astenersi dal fare del male agli altri è il primo passo fondamentale di una via fondata sugli insegnamenti dell’etica.”.

Non fare del male agli altri significa anche non arrecare danni all’ambiente, non essere superficiali in questo periodo di pandemia con assembramenti, con il non indossare correttamente la mascherina, con il rifiuto delle vaccinazioni. necessarie per difendere i più deboli, ecc..

In questo giorno dedicato ai malati, come praticanti del Dharma, possiamo rivolgere la mente ai Quattro Incommensurabili: amore, compassione, gioia ed equanimità incommensurabili. 

Uniamoci nella preghiera sui quattro pensieri incommensurabili. Incommensurabili per includere gli infiniti esseri.

“Possano tutti gli esseri godere della felicità e delle cause della felicità.
Possano tutti gli esseri essere liberi dalla sofferenza e dalle cause della sofferenza.
Possano tutti gli esseri non essere mai separati dalla felicità ed essere liberati dalla sofferenza.
Possano tutti gli esseri riposare in serenità, liberi da attaccamenti e avversioni.” 

Possiamo praticare “tonglen”, ovvero l’accogliere con mente-cuore trasparente e aperto la sofferenza di tutti gli esseri e l’offrire tutte le nostre qualità per il bene di tutti.

Come praticanti della via del Buddha abbiamo tanti mezzi per rafforzarci, per aprire i nostri cuori agli altri. Con tante difficoltà nella pratica, ci sforziamo senza sfiduciarci. A volte troviamo un supporto nella nostra comunità, ma spesso siamo soli. Cerchiamo di ritrovare energia dalle nostre potenzialità innate.