La Pace

La pace autentica non è essere vicini agli uni e distanti dagli altri, né tanto meno è essere equidistanti; è la non distanza; è il superamento di ogni concezione di vicinanza e lontananza, di centro e di periferia. Queste parole possono essere nella loro espressione e/o nella loro interpretazione una formula filosofica semplicistica, se non trovano incarnazione nel vissuto degli individui e dei popoli, nell’aspirazione, nello sforzo gioioso e nell’applicazione nella via tesa a sviluppare:

  • una comprensione profonda della realtà che si basi su un’analisi delle cause e delle condizioni, complesse, articolate, a volte difficili da riconoscere o addirittura nascoste, relative a conflitti o alle pacificazioni;
  • un senso di compartecipazione sincero per cui non si è semplici spettatori degli accadimenti, parteggiando per gli uni o per gli altri o essendo indifferenti, ma si è pienamente immersi nel flusso vitale di violenza e di pace fugace e apparente;
  • uno spirito di responsabilità per le azioni da intraprendere e le attitudini conseguenti da maturare, volte a una pace autentica.

Sventolare bandiere significa sempre segnare delle divisioni e nelle divisioni c’è sempre violenza.

Forse l’unica bandiera utile da mostrare è quella della pace che, già negli intendimenti della Cora Slocomb Savorgnan di Brazzà nel 1890 la disegnò, avrebbe dovuto trascendere ogni identità nazionale. I colori del giallo, viola e bianco li scelse perché nessuna bandiera nazionale li aveva, quindi la bandiera della Pace non poteva essere confusa con le bandiere nazionali. Due mani giunte sopra allo scudo erano parte integrante del simbolismo di questa bandiera: rappresentavano un mondo pacifico, dove uomini e donne lavorano per raggiungere concordemente gli stessi obiettivi.

Ma attenzione a non cadere nemmeno nella presunzione di superiorità nel portare l’insegna arcobaleno. Tutti gli uomini e le donne indistintamente aspirano intimamente alla pace, anzi nel profondo sono pace, anche quelli che si manifestano più violentemente, come insegnato dal Buddha. Uomini e donne hanno, però, diversi livelli di confusione mentale e sono condizionati da diversi vissuti passati e da passioni conflittuali per cui emerge violenza con diversa intensità.

La pace, in conclusione, è il superamento di ogni forma di divisione, a livello individuale o collettivo, anche quella infantile fra chi è pacifista e chi è guerrafondaio, fra colombe e falchi.