Maschere e persone

Il termine “maschera” (in greco pròsopon, prosopèion = persona) indica un finto volto

Le condizioni in cui si indossa una maschera possono essere diverse, assumendo talvolta un simbolo culturale. La maschera classica copre il volto di chi la porta. Nell’antichità, vi sono state maschere a forma di elmi o con strutture a più piani come le grandi maschere dei Dogon, le cui impalcature possono giungere a cinque metri.

“E a i nostri giorni ancor le ausonie genti,
Già troiana colonia, i giuochi a Bacco
Con rozzo canto ed incomposte risa
Usano celebrar, di cave scorze
595Mascherandosi il volto, e te con lieti
Versi invocano, o Bacco, e del tuo nume
A un alto pino attaccano sospese
Da un lungo fil le immagini di creta.
Quindi ogni vigna di rigonfi grappi
600Vedi intorno abbondar, d’uva ripiene
Son l’ime valli, e i cupi boschi ovunque
Con lieto augurio a lo spirar del vento
Volge la faccia il mobile idoletto.
A Bacco dunque i consueti onori
605Con patrii carmi, e di focacce e vini
Grati doni offrirem; tratto pei corni
Cadrà l’irco su l’ara, e in duri spiedi
Poi di nocciuol ne arrostirem le carni.”
(Georgiche II, 380 sgg. – Publio Virgilio Marone)

La maschera è usata fin dalla preistoria per rituali religiosi.

La maschera rappresenta la morte nel mondo ellenistico e nei culti misterici romani, in un rapporto fra sacro e profano, in rappresentazioni teatrali.

Nell’antica Roma, Virgilio in un passo delle Georgiche, descrive le maschere indossate in onore di Bacco, nelle celebrazioni gioiose e spensierate, come “ora horrenda”.

L’origine della parola maschera è incerta.

Ecco alcuni termini da cui potrebbe derivare:

  • dal termine preindoeuropea masca, che vuol dire «fuliggine, fantasma nero»;
  • dal latino tardo e medievale màsca, strega
  • dall locuzione araba maschara o mascharat, buffonata, burla, derivante dal verbo sachira, deridere, burlare;
  • dal pregallico baska da cui abbiamo il verbo francese rabacher (antico francese rabaschier), fare fracasso.

Masc è presente nell’antico alto tedesco e nel provenzale, con il significato di stregone. Il termine assume dunque il significato di fantasma, larva, aspetto camuffato per incutere paura. 

 ‘Maschera’ unisce dunque il significato sia dell’aspetto primordiale di ‘anima cattiva‘ o ‘defunto‘, sia di un aspetto goliardico e festoso.

Nella Venezia del medioevo, durante le pestilenze, i medici  indossavano la “maschera dello speziale” il cui lungo naso veniva riempito di spezie per coprire i miasmi emanati dai corpi degli appestati e come difesa, dal contagio per l’inalazione dell’aria. 

In Italia è usata in rappresentazioni teatrali o in feste popolari come il Carnevale.
Maschere macabre sono indossate durante la festa di Halloween.

Diverse sono le funzioni della maschera: nell’uso funerario, nell’uso culturale, nell’uso teatrale, nell’uso religioso, come strumento che permette di trascendere le convenzioni spazio-temporali, al fine di proiettarsi all’interno di un mondo ‘altro’, divino, rituale, mistico. Indossando la maschera si abbandona la propria identità per assumere quella dall’oggetto rituale rappresentata.

Maschera funeraria di Tutankhamon - Wikipedia
Maschera funeraria di Tutankhamon

Nella prospettiva antropologica, la maschera è uno strumento per catturare l’energia soprannaturale degli spiriti e utilizzarla a beneficio della comunità. Spesso è associata al culto degli antenati. La maschera non è un modo per  nascondersi, l’uomo mascherato non vuole fingersi una divinità, ma è la divinità stessa che lo possiede.

“Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero.” (Oscar Wilde)

In psicologia la maschera è una metafora dei diversi atteggiamenti tenuti nelle diverse situazioni della vita : si indossa la maschera dell’impiegato, del marito, del padre, dell’amico. In quest’ottica, non si maschera nulla, ma si mostra un lato, un ruolo del proprio essere.

“Tutti portiamo una maschera.” (dal film Batman Forever) 

L’industria della bellezza propone oggi maschere per il viso e per i capelli, contro la peluria, purificante, per nascondere o correggere difetti naturali, maschere ”anti-age”. “Bellezza ad ogni costo.

“Riattiva la luminosità” (Anti età Vichy, spot 2019)

La “maschera” è anche una figura professionale dell’ambito teatrale che si occupa dell’accoglienza del pubblico, di controllare gli ingressi, di verificare i biglietti, di accompagnare gli spettatori al proprio posto e di assicurarsi che il pubblico mantenga un comportamento adeguato nel corso della rappresentazione

Alcune forme di maschere sono usate per nascondere il viso nel compiere rapine o altri crimini.

Una maschera antigas è un respiratore, un dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell’atmosfera.

Nella forma diminutiva di “mascherina” indica la maschera medica o chirurgica o facciale per uso medico- chirurgica.

Il chirurgo francese Paul Berger fu il primo ad utilizzarle, durante un’operazione del 1897 a Parigi.

Ci risultava un po’ buffo fino a qualche mese fa osservare che nei paesi dell’Asia orientale come Cina, Giappone e Corea del Sud sono comunemente indossate tutto l’anno dalla popolazione per ridurre la diffusione di malattie e per impedire l’inspirazione di particelle di polvere create dall’inquinamento atmosferico. Sono di moda nella cultura contemporanea dell’Asia orientale, in particolare nella cultura pop giapponese e coreana.

Nelle proteste di Hong Kong del 2019-2020, alcuni manifestanti hanno indossato mascherine mediche, fra gli altri tipi di maschera, per evitare il riconoscimento e il governo ha poi cercato di vietarne tale uso.

A Hong Kong la legge anti maschera resta in vigore - Lettera43

Da mesi, in tutto il mondo la “mascherina” è stata oggetto di raccomandazioni, di obblighi, di ordinanze, di sanzionamenti. Da fastidio, si respira a fatica, porta caldo. È argomento di discussione fra competenti e incompetenti: serve, non serve, serve a poco. È motivo di litigi anche violenti, il non indossarla. 

Diversi tipi per diversi: chirurgiche (50 cent), FFP2 (5 euro), FFP3 (10 euro); fatte in casa o industriali; monouso o lavabili; con filtro e senza, egoiste o altruiste; è anonima o griffata, intonata con la camicia.

“Maschera” vuol dire “persona”, la “persona” è “maschera” che gioisce, che festeggia, che vuole trascendere la sua identità per diventare una divinità, è fuliggine, è anima nera, che prova a difendersi. La maschera nasconde la paura, ma non allontana. Senza mascherina osservare la distanza. Con la mascherina puoi entrare nei luoghi chiusi. La mascherina è segno di rispetto fra la gente. Non copre gli occhi, non toglie il contatto, avvicina.